Concorso San Precario. Vince Alejandro con un contratto a termine di 3 ore. Premio speciale a Pascual: 14 contratti in un anno con la stessa azienda

Per un giovane laureato è difficile trovare lavoro senza scendere a compromessi con un mercato ormai viziato da contratti temporanei sempre più proliferanti, tollerati e, purtroppo, sempre più “normali” come stage, lavoro interinale, tempo determinato.
Non è facile alzare la voce anche se la situazione è sotto gli occhi di tutti. Ma per fortuna ogni tanto ci sono iniziative che riportano l’attenzione su un argomento quanto mai scottante e controverso.
Interessantissima quella patrocinata dal Consiglio per la Gioventù della Regione di Murcia in Spagna, che ha indetto un concorso dedicato a San Precario!
A vincere l’ambito titolo di “Re dei lavoratori a cronometro” è stato il 26enne Alejandro Cordoba che, senza fare troppo lo schizzinoso, ha accettato un contratto a termine di tre ore nelle cucine di un refettorio scolastico! Ha svolto la sua appagante mansione, ha incassato i copiosi dobloni ed è tornato in fila all’ufficio di collocamento… chissà se qualcuno almeno gli ha tenuto il posto!
La sua elasticità e capacità di adattamento gli è valsa un bel contratto a tempo indeterminato per una grande impresa. Beato lui, visto che quasi 4 milioni e mezzo di spagnoli sono senza lavoro.
Tra questi c’è Pascual, 23 anni, che ha trionfato nella sezione speciale “Collezionisti di contratti a termine”: 14 in un anno, sempre nella stessa società informatica! “I miei amici” – ha detto – “dicono che non li sorprende ci sia tanta disoccupazione in giro, dato che tutti i contratti me li prendo io”.
Gli organizzatori sono certi che sono veramente tante le storie simili e anche peggiori che meriterebbero di vincere questi premi non certo ambiti, ma non hanno potuto partecipare perché privi di una qualsiasi certificazione del lavoro svolto.
Ricapitolando, se non siamo stati abbastanza chiari, in Spagna come in Italia precariato e lavoro nero sono ormai un’istituzione. E allora “Spazio ai bamboccioni”! Oppure, largo a soluzioni alternative come quelle proposte nei seguenti post che qualcuno di voi ricorderà:
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