La radio in Italia. I dati del 2013
Stefano Chiarazzo

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Prima di partire nel nostro viaggio vorrei raccontarvi di più sullo scenario radiofonico italiano, riproponendovi un articolo che ho scritto a gennaio sul mio blog personale.
Buone notizie per il mezzo radiofonico che, anche grazie a web e mobile, nel 2013 ha recuperato ascolti e credibilità

Nel 2013 la radio resta il secondo media più amato dagli italiani, confermando una larghissima diffusione di massa con un’utenza complessiva dell’82,9% (-1%) contro il 97,4% (-0,9%) della TV e il 57,9% (-5%) dei quotidiani off/online. La stabilità è garantita dal sempre maggiore ascolto da telefonino (+5,4%), lettore MP3 (+2,4%) e internet (+2,2). Torna a crescere la radio tradizionale (+1,2%) mentre per la prima volta negli ultimi cinque anni cala l’autoradio (-1,5%) che resta comunque la più utilizzata (69,6%).

Riprende a crescere anche il numero di italiani che ascoltano la radio tutti i giorni, 39,5% contro i 33,9% del 2012, confermandosi come terzo media dopo la TV (80%) e internet 46,9%). Le radio commerciali nazionali restano le più ascoltate, con il dominio di RTL 102.5, seguita da Radio Deejay, Radio 105, RDS e Radio Italia solomusicaitaliana. Tra le radio pubbliche si piazzano sesta e settima Radio1 e Radio2 Rai, quattordicesima invece Radio Subasio, prima radio locale.

Buone notizie anche in termini di credibilità. E’ vero che l’informazione radiofonica è percepita come la più libera e indipendente solo dal 10,7% degli italiani contro il 39,3% di internet, il 21,9% della TV e il 13,8% dei quotidiani, ma è l’unica in crescita: +2,8% rispetto al 2012, mentre gli altri media perdono rispettivamente l’1,5, l’1,7 e il 3,2 percento.

Nell’era biomediatica – dove siamo liberi di scegliere i nostri personali palinsesti secondo le nostre preferenze, tempi e modi – siamo sottoposti a molteplici stimoli, mentre il tempo a nostra disposizione rimane lo stesso. Con l’aumentare della competizione indiretta le emittenti radiofoniche devono continuare a investire sempre più tempo e risorse per offrire informazione credibile e/o intrattenimento della qualità richiesta dal proprio target, cogliendo al contempo le tante opportunità offerte dalla convergenza tecnologica:

INTERNET: vi accede il 63,5% degli italiani (+1,4%), anche grazie ad una sempre maggior diffusione dei dispositivi mobili. Il 39,9% degli italiani ha infatti uno smartphone (poco meno di un terzo l’ha iniziato ad usare nell’ultimo anno) mentre il 13,9% un tablet (il 44% nel 2013).
Social network: Facebook, YouTube e Twitter sono usati come fonte di informazione rispettivamente dal 37,6%, 25,9% e 6,3% degli italiani, soprattutto di età 14-44.
App per smartphone: sono usate dal 14,4% degli italiani. Il che significa che c’è un bel 64% di persone che ha un telefono di nuova generazione ma ancora non scarica e usa applicazioni.

CONVERGENZA RADIO-TV: visto che molte radio investono ormai stabilmente in piattaforme TV va detto che il digitale terrestre ha un’utenza stabile del 95%, mentre satellitare (45,5%, +8,7), web TV (22,1%, +3,1) e mobile TV (6,8%, +4,3) sono tutte in crescita.

FONTI:
47° edizione del Rapporto Censis sulla situazione del Paese, capitolo “Comunicazione e media”;
Sondaggio Demos & PI in collaborazione con Coop (Ass. Naz.le cooperative di consumatori), “Osservatorio Capitale Sociale” Novembre 2013;
GfK Eurisko RadioMonitor, media mobile annuale Settembre 2012-Settembre 2013