Influencer su Facebook e Instagram: cosa è cambiato durante e dopo il lockdown?
Stefano Chiarazzo
Influencer su Facebook e Instagram: pre, durante e post lockdown

Il team del Politecnico di Torino formato dai Ricercatori Martino Trevisan, Luca Vassio e Danilo Giordano ha analizzato la variazione dei modelli di interazione degli utenti italiani con i profili Instagram e Facebook di un panel di influencer nei primi sei mesi del 2020.

Abbiamo avuto il piacere di collaborare alla loro ricerca condividendo la mappatura delle celebrity presenti nel nostro Osservatorio Social Vip. Avendo avuto la possibilità di leggere in anticipo i risultati del loro studio vi abbiamo riassunto alcune tendenze particolarmente interessanti emerse.

Per apprezzare l’analisi e approfondire tutti i dati vi invitiamo a scaricare l’articolo completo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Online Social Networks and Media”.

Dal 1° gennaio 2020 al 1° luglio 2020 il team ha monitorato in totale 54.8 milioni di commenti e oltre 140 mila post scritti da 639 influencers italiani. Sono stati selezionati i principali personaggi pubblici includendo profili appartenenti a categorie eterogenee. Nello specifico, atleti, intrattenitori, musicisti e politici.

L’analisi non si limita a valutare la variazione quantitativa delle attività sui social media prima, durante e post lockdown ma propone anche un’interpretazione di questi dati grazie all’analisi del sentiment e dei trending topic legati alla pandemia.

Ecco, 5 tendenze particolarmente interessanti che sono emerse durante il lockdown secondo la ricerca:

FORTE AUMENTO DELL’UTILIZZO DI FACEBOOK, STUPISCE IL CALO DI INSTAGRAM

A causa delle restrizioni che hanno limitato fortemente la mobilità delle persone il volume del traffico internet è aumentato di circa il 40%. Gli incontri e la vita sociale si sono spostati online, quindi in proporzione ci si aspettava anche una crescita nell’uso dei social media.

Quello che sorprende è la differenza nelle tendenze tra i due social analizzati. Facebook, infatti, ha registrato un forte aumento di utilizzo durante le settimane di lockdown con un aumento dei post pubblicati dagli influencer (+47%), dei commenti sotto ai post (+125%) e dei Mi Piace (+83%). Su Instagram, invece, i valori sono molto bassi con un -3% di post pubblicati, +8% di commenti e addirittura -39% per quanto riguarda i Like.

Se però ci concentriamo sulle caratteristiche dei due social il dato è più che comprensibile: Instagram è un social basato sulla condivisione di foto e video, particolarmente popolare tra i giovani che pubblicano la loro vita sociale mentre Facebook viene utilizzato in particolare da persone adulte per condividere commenti e opinioni. La pandemia ha quindi penalizzato l’utilizzo di Instagram e favorito invece Facebook, essendo molti gli spunti di conversazione su cui confrontarsi.

MAGGIOR INTERESSE PER I POLITICI, IN CALO GLI ALTRI INFLUENCER

Durante l’emergenza, i cittadini hanno percepito maggiormente le conseguenze dirette delle scelte dei politici sulla propria vita quotidiana. Dimostrazione del fatto che l’interesse verso questa categoria è aumentato fortemente durante il lockdown, sono le reazioni ai loro post che sono cresciute del 98% su Facebook e del 15% su IG. Anche il volume dei commenti ha registrato un valore elevato, pari al + 130% su Facebook. Nella prima settimana di lockdown i commenti sono incrementati addirittura del 280% su Facebook e del 70% su Instagram. Sicuramente su questo ha impattato anche il grande numero di post pubblicati dai politici (+36% su Facebook, +12% su Instagram).

Anche le altre categorie su Facebook hanno aumentato il numero di post pubblicati (+38%) con un aumento del 120% dei commenti.  Su Instagram, invece, sono scesi al -22%, con una diminuzione del -43% delle reazioni. Da questo punto di vista ha influito lo stop di eventi sportivi, spettacoli e concerti che ha ridotto drasticamente le occasioni di interazione di atleti, intrattenitori e musicisti.

Una cosa interessante da osservare è che nel post lockdown, si è tornati al livello di pubblicazione pre-lockdown indipendentemente dalla variazione subita.

NELLA FASE INIZIALE CALANO LE DISCUSSIONI TRA GLI UTENTI SOTTO I POST

Per valutare la quantità di discussioni tra gli utenti, hanno analizzato i commenti ai commenti sotto ai post. È emerso che nelle prime tre/quattro settimane di lockdown le persone erano impegnate relativamente meno nelle discussioni tra loro, nonostante il maggior numero di commenti. Successivamente, la quantità di discussioni è aumentata, raggiungendo e superando i livelli di pre-lockdown. Questo su entrambi i social network ed in particolarmente sotto i post dei politici.

L’ipotesi è che in una prima fase iniziale ci si sia concentrati sul dare sostegno ai professionisti sanitari impegnati in prima linea nel gestire le emergenze, piangere le vittime e cercare risposte per comprendere meglio la situazione. In un secondo momento invece, si è iniziato a discutere sui problemi derivanti dalla crisi sanitaria, come per esempio l’aumento della disoccupazione, e a proporre possibili soluzioni.

L’ANSIA PREVALE DURANTE IL LOCKDOWN, DOPO INVECE LA PREOCCUPAZIONE PER IL FUTURO

L’analisi del sentiment, conferma questa ipotesi: emerge infatti che durante le prime settimane di lockdown si sono diffuse in particolar modo emozioni negative come l’ansia, l’inibizione e la paura per la morte. L’utilizzo di attributi relativi a queste emozioni diminuisce con la fine del lockdown ma non ritorna allo stesso livello della fase precedente. Nelle settimane centrali e finali, le persone si sono impegnate maggiormente sugli effetti indiretti del COVID, parlando di sussidi e del lavoro a distanza.

Analizzando invece i trending topic legati alla pandemia emerge che l’argomento COVID è aumentato di 10 volte in meno di 2 settimane e ha ottenuto oltre 50.000 commenti in media a settimana da quando è iniziato il lockdown. Anche altri argomenti correlati come il lavoro a distanza e i sussidi, hanno seguito tendenze simili.

NON SI FERMANO FAKE NEWS E TEORIE DEL COMPLOTTO

Il topic delle cosiddette “Teorie del complotto” ha preso slancio in particolare su Facebook dove la discussione è durata più a lungo. I commenti su questo argomento erano molto più lunghi rispetto alla media. Questo vuol dire che erano ritenuti interessanti e c’era la necessità di spiegare dettagliatamente le proprie posizioni. I commenti sulle cospirazioni sono stati quelli che hanno ottenuto il maggior numero di risposte e anche quelli a cui sono stati allegati più link, probabilmente per confermare o confutare le proprie ipotesi.

I social hanno dimostrato purtroppo ancora una volta di essere terreno fertile per la diffusione di fake news.