Social CEO su Instagram. Ecco quando è utile per la marca
Stefano Chiarazzo
Social CEO su Instagram: quando è utile essere presenti?

Con il nostro Social CEO Lab abbiamo deciso di focalizzarci su LinkedIn, ad oggi la piattaforma preferita dai top manager. In questo articolo vogliamo allargare l’orizzonte provando a mappare i CEO italiani su Instagram. Attualmente sono davvero pochi quelli che hanno una presenza attiva: delle 275 aziende mappate, siamo intorno all’7%.

I CEO ITALIANI PIÙ SEGUITI SU INSTAGRAM

Appartiene al settore del lusso, il CEO con più follower su Instagram: è Remo Ruffini, amministratore delegato di Moncler,  che conta 70.600 follower. Un profilo ricco di foto e video, accompagnati da caption minimaliste. I soggetti principali sono gli eventi a cui partecipa in veste ufficiale e quelli organizzati direttamente dalla sua casa di moda. Non manca la rassegna stampa, con molti estratti di interviste su grandi testate italiane e internazionali. Tante anche le immagini che lo ritraggono nella sua vita privata e mondana.

Con 36.800 follower segue Cristina Scocchia, ex CEO di Kiko Milano e oggi al vertice di Illy Caffè. Anche se non mancano i riferimenti al suo ruolo aziendale, il profilo è ricco di contenuti volti a rafforzare il suo personal brand con molti spunti e partecipazioni a panel in cui è chiamata a farsi portavoce di temi che le sono molto a cuore: la meritocrazia, la leadership responsabile e l’uguaglianza di genere. Meno di trenta i post pubblicati da quando ha aperto il profilo a ottobre 2021, con una media di interazioni di 2.200 like a post, seconda solo a Ruffini (3.500 like a post).

Terzo con 35.500 follower Nerio Alessandri, fondatore e CEO di Technogym, tra i più interessanti brand ambassador del nostro panel. Fin dalle nostre prime analisi l’abbiamo definito “iperconnesso” per la sua costante presenza su più social media. Non fa eccezione Instagram, dove pubblica frequentemente raccontando la sua azienda e la sua vita da CEO coronata da incontri più o meno istituzionali, eventi aziendali e lanci sul mercato di nuovi prodotti. Molto apprezzate le foto di allenamento in tenuta da ginnastica e con la famiglia, per uno stile di vita all’insegna del wellness. A dimostrazione che, se ben selezionati e in linea con i valori dell’azienda, i contenuti personali arricchiscono lo storytelling del manager.

A chiudere il quartetto di testa, Urbano Cairo presidente del Torino FC e amministratore delegato di Cairo Communication e RCS MediaGroup, con 24.000 follower. Dei 100 post pubblicati da gennaio 2017, la maggior parte è di carattere personale e soprattutto a tema calcio. Molto minori i riferimenti alla sua sfera imprenditoriale da editore. Se pubblicare in modo molto spontaneo è sicuramente apprezzato, si percepisce la mancanza di un filo conduttore e di un piano strutturato.

4 CEO CON UN OTTIMO POTENZIALE

Stephan Winkelmann, AD di Automobili Lamborghini e Social CEO  più seguito con 136.600 follower su LinkedIn nonostante non abbia ancora pubblicato nessun post ha già collezionato 7.300 follower. Visto il grande successo sul social network professionale, non si può non pensare al potenziale transmediale. I tanti appassionati di Automotive, sarebbero sicuramente interessati a ritrovare anche su Instagram una selezione di contenuti, magari più personale e real time. Stesso discorso per Andrea Pontremoli, CEO and General Manager di Dallara e nono nella nostra classifica LinkedIn. Il grande apprezzamento dei post a bordopista da parte dei 3.400 follower su Instagram chiama per una maggiore continuità e focus editoriale.

Abbiamo poi identificato due leader donna che, con uno stile da brand reporter, si stanno mettendo in gioco su questo social mettendo sempre l’azienda al centro del racconto. Si tratta di Fabiana Scavolini, CEO di Scavolini con 1.480 follower, e Asunta Enrile, Country Retail Manager & CSO IKEA Italia con 730. Entrambe ancora con un seguito limitato ma con un piano editoriale focalizzato sul loro impegno alla guida di due grandi aziende del mondo dell’arredamento ricco di impegni, interviste in cui essere portavoce e occasioni di confronto con i team. 

COME VA L’ENGAGEMENT SU INSTAGRAM?

Con il supporto di Not Just Analytics, che analizza in maniera automatica le performance dei profili Instagram, abbiamo individuato i profili che generano maggior coinvolgimento tra gli 8 CEO citati. Il profilo con l’engagement rate* più alto è quello di Urbano Cairo che registra un 8.15% con una media di like a post di 1.700. Al secondo posto Fabiana Scavolini con 6.91% E.R. e al terzo Andrea Pontremoli con 6.48% E.R. Per quanto riguarda, invece, la media dei like assoluta si distinguono Remo Ruffini con 3.050 like a post (4.43% E.R.) e Cristica Scocchia, 2.204 (6.06% E.R.)

*Engagement Rate: media della somma di like e commenti degli ultimi 12 post (escluso il più recente) divisa per il numero totale di follower

MENZIONE SPECIALE: BRUNELLO CUCINELLI

Non possiamo non citare Brunello Cucinelli, anche se non ricopre più la carica di amministratore delegato dal 2020 quando ha lasciato il timone a Luca Lisandroni e Riccardo Stefanelli. Oggi, oltre ad essere direttore creativo e presidente continua ad essere un grande brand advocate della filosofia, dei valori e dei prodotti dell’azienda che ha fondato oltre 40 anni fa. Assente con un profilo personale su LinkedIn, lo troviamo invece molto attivo su Instagram dove conta ben 372.000 follower, più di tutti i CEO che abbiamo visto precedentemente. Nel suo feed, che si distingue per una grande cura estetica e attenzione al dettaglio, si alternano post su nuove collezioni per raccontarne il concept ad altri a carattere più personale con riflessioni sull’arte, sul capitalismo umanistico o dedicate ad amici e parenti.

È UTILE PER UN CEO ESSERE PRESENTE SU INSTAGRAM?


Sono tante le variabili che entrano in gioco nella scelta dell’ecosistema migliore per un progetto di Brand Advocacy. Quello che è certo è che sono molte le opportunità che offre Instagram in termini di disintermediazione e creazione di una community affezionata non solo al CEO ma anche al brand o l’azienda che racconta, magari in modo meno istituzionale ed impostato.

Le funzionalità di questo social, se utilizzate strategicamente, possono supportare la brand experience e un visual storytelling volto a trasferire il purpose e i valori aziendali. Particolarmente efficace per settori come lusso, arredamento, abbigliamento, beauty, food & beverage e fitness, che fanno dell’immagine e dell’estetica un fattore competitivo a livello aspirazionale e identitario per le loro community. Vediamo applicabili tutti i quattro stili di comunicazione che abbiamo identificato su Linkedin, con un maggiore potenziale per i due più caldi e coinvolgenti: thought leader e activist.

Dati i pochi esempi italiani a cui fare riferimento, continueremo a monitorare. Attendiamo feedback, pareri e segnalazioni di ulteriori casi nei commenti e sui social 😉