Il Decalogo del VIP su Twitter. Secondo me
Stefano Chiarazzo

Matteo aka @mmbjml498 mi ha segnalato Il Decalogo del VIP su Twitter, post di ieri di Gianluca Neri. L’idea é molto carina – trovate l’infografica più in basso – ma su alcuni punti non sono d’accordo al 100%. Di seguito vi spiego perchè.

1. Se non hai voglia o tempo non ti obbliga nessuno

SI e NO. Essere su Twitter non é obbligatorio ma é indicato. Per molti giornalisti l’account ufficiale del VIP é ormai la prima fonte di informazione. Se usato con intelligenza non deve assolutamente spaventare gli addetti stampa, anzi, può diventare un ottimo strumento di comunicazione.

2. Twitter non aggiunge un briciolo di fama a quella che hai già

TROPPO DRASTICO. E’ evidente che la visibilità mediatica incide positivamente sul numero di follower, mentre é difficilmente dimostrabile che il numero di follower incida sulla popolarità, forse neanche nel caso dei 24 milioni di Lady Gaga! Cavalcare l’interesse di questi ultimi mesi nei confronti di Twitter da parte dei media potrebbe essere utile per quei VIP di non primissimo livello (non esiste solo Fiorello!) o in una fase di stallo della carriera. Attirare l’attenzione sui social e, di conseguenza, essere ripreso dai media potrebbe aiutare un ritorno di popolarità.

3. Non si risponde ai deficienti

ESATTO. Chi rompe generalmente lo fa perché vuole attirare l’attenzione. Rispondere vorrebbe dire fare il suo gioco e rischiare che parta un effetto virale negativo. Ne sa qualcosa Massimo Boldi, che con una sua risposta piccata si é guadagnato il trending topic #boldicapra.

4. Non si risponde a tutti

BEH SI. Effettivamente si passa da un eccesso all’altro: VIP che non rispondono manco se gli spari, altri che twittano col mondo intiero. Qui il rischio é diventare Twitter-dipendenti o iperfrustrati. Se rispondi a 100 persone, ce ne sarà sempre una 101ma che se la prenderà a male. L’insieme dei propri follower é una sotto-community di Twitter, che va abituata al proprio stile.

5. Non si risponde solo ai VIP

CONCORDO SDEGNATO. Almeno su Twitter, mezzo democratico per eccellenza, evitiamo il classismo.

6. Evita il “lei non sa chi sono io”

QUI INVECE CONCORDO INFASTIDITO. Effettivamente chi snobbeggia su Twitter mi dà ai nervi. Ebbene sì, non ci crederete, ma ci potrebbe essere qualcuno che sopravvive senza sapere chi diamine sia Melissa Satta!

7. Evita le polemiche

SI, VABBE’, ma é molto simile al punto 3. Non é che che Gianluca Neri l’ha messo per arrivare a 10? 🙂

8. Non parlare di lavoro

NO, QUI NON CI SIAMO. Semmai “non parlare SOLO di lavoro”. Il VIP generalmente diventa VIP proprio grazie al proprio lavoro. Ed é per questo che si decide di seguirlo. Poi ti aspetti di conoscerlo di più a livello personale. Non me la sento comunque di criticare troppo chi usa Twitter come strumento di marketing, come molti cantanti (vedi Ligabue) che comunicano tramite uno staff le date dei concerti o l’uscita di un DVD.

9. Non sentirti perseguitato

SI. Non ti curar degli spaccamarones… Questo fa il paio col punto 3 e 7.

10. Non arrenderti alle prime difficoltà

FORZA! Il caso Rudy Zerbi é l’emblema di come i troll possano portare all’esasperazione. Ribadisco però che cancellarsi da Twitter non é LA soluzione. Per un cretino, a rimetterci sono infatti migliaia di fan che davvero ti apprezzano.